Alcuni giorni fa mentre dipingevo con una foga e un’urgenza che non provavo da tempo, mi è capitato di chattare con un’amica, Gisella Lucci, e di rimanere affascinata dal suo racconto di quanto sia importante per lei, in questo momento così difficile, rifugiarsi nel suo studio a dipingere e disegnare .
E me lo scriveva proprio in un momento in cui io stavo facendo la stessa cosa.
Dopo una giornata passata in un limbo tra l’incredulità e la rassegnazione e con un groppo in gola impossibile da mandare giù per l’imminente entrata in zona rossa, mi sono rifugiata nel mio piccolo studio, ho messo musica intensa e e motivante e ho cercato di cancellare i brutti pensieri facendo la cosa che amo di più, dipingere!
Ma non era il dipingere per una collezione da lanciare o per una commissione, ho cominciato a dipingere di getto!
Ero così affranta e malinconica, che ci ho messo tutta la me stessa dolorante.
Quel che è scaturito non sono stati i miei soliti fiori romantici e delicati ma un qualcosa che ha sorpreso anche me, ecco il risultato:
“Happy”
“Tappeto di rose”
“Anemoni”
Fiori e pennellate forti, intense, ho sentito come un fuoco che premeva per uscire, un’urgenza di buttar fuori tutta quella negatività che mi stava schiacciando e mi sono lasciata andare senza pensare al risultato.
Una pittura fuori dagli schemi, quasi urlata e ora lo posso dire, liberatoria!
#dipingeredigetto è anche diventato un hashtag grazie ad un’altra amica, Angela Capacchione, con cui sto condividendo questa urgenza, questo bisogno di liberarsi dagli schemi.
Intanto, mentre dipingevo, continuavo a scrivere alla mia amica Gisella che mi raccontava con tanto trasporto di un regalo di suo figlio, un tablet, con cui sta scoprendo da tempo nuove tecniche digitali che la rilassano molto e che sta approfondendo.
Mi ha raccontato che lei è sempre stata così, curiosa e appassionata verso le arti creative e che questa smania di imparare e conoscere non l’ha mai abbandonata, neanche ora che di anni ne ha qualcuno in più di me.
Questa cosa mi ha colpito moltissimo e ho pensato a quanto sarebbe stato bello se anche io da “ragazza” avessi avuti degli interessi e passioni così brucianti.
Poi ci ho pensato bene, ho avuto come un flash perché in realtà anche io sono sempre stata così, curiosa e smaniosa di conoscere, creativa anche quando non mi occupavo direttamente di arte.
Ricordo gli anni dell’università come un periodo di ricerca perenne di qualcosa. Studiavo scienze politiche e lavoravo con la mia famiglia in Sardegna presso la nostra agenzia di affitti al mare Nuova Valmar (tra l’altro sempre attiva e gestita da mia sorella Marta: Val= Valeria, Mar=Marta).
Sono stati anni formativi molto importanti. Ero a contatto con tantissime persone, molti stranieri, parlavo e scrivevo correntemente in inglese, viaggiavo molto ed ero smaniosa di conoscere e fare esperienze. Mi animava un fuoco che non riuscivo a spiegare, non ero mai soddisfatta e ripeto, sempre alla ricerca di qualcosa senza sapere esattamente che cosa.
Me l’ha ricordato Gisella che quel bisogno di fare e fare sempre, quell’avidità di imparare e di migliorare quello che si sa già, quella necessità di mettersi in gioco sono sempre state insite nel mio carattere e che le sto già mettendo in pratica nella mia arte, lo faccio costantemente. Questo modo così appassionato di applicarmi in ciò che amo e anche in ciò che potrei amare e imparare è sempre stata una mia caratteristica, solo che ora la incanalo nella mia passione più grande che è diventata anche il mio lavoro, la pittura.
Mi sono affacciata all’arte appena arrivata in Veneto dalla Sardegna, mentre cominciavo a lavorare in azienda. Lavoro che dovetti lasciare appena rimasta incinta. Quando sono nati i miei bambini mi sono sentita persa, immobile e sola. Mi sono evidentemente dovuta fermare, la mia ricerca perenne di qualcosa ha avuto uno stop ma proprio questo stop mi è servito per capire che l’arte e le creatività potevano essere una risorsa enorme.
La pittura mi ha salvato, i miei bambini e mio marito mi hanno salvato, il mio desiderio di imparare si è incanalato nello studio e pratica dell’arte e da lì è cominciata la mia rinascita. Magari questo argomento sarebbe da approfondire in un altro post, c’è troppo da dire però mi sembrava importante ribadire quanto sia stato importante per me capire dove dovevo incanalare tutta la mia energia.
E qui vorrei iniziare un dialogo con voi, sapere qual è quella cosa che vi fa stare bene, che dovete assolutamente fare, quel fuoco che vi anima al di là del risultato, il vostro andare fuori dagli schemi.
Dopo anni di pratica e studio ho aperto la mia attività regolare in un momento storico difficilissimo, se non è passione questa!
In ogni caso da questi ultimi momenti di sconforto e riflessione sono nati loro, tre quadri coloratissimi che sono un inno alla libertà, al nostro bisogno di fiorire e soprattutto di stare bene. Al nostro bisogno di libertà.
“Happy”, “Tappeto di Rose” e Anemoni” li trovate disponibili nello shop con le spese di spedizione gratuite.
Scrivetemi per qualsiasi domanda o curiosità.
Buona giornata amiche belle!
Valeria