Cosa vuol dire essere un artista al tempo dei social – intervista doppia con Liana Zanfrisco

 Io e Liana Zanfrisco, rispettivamente pittrice e disegnatrice, raccontiamo, in un’intervista reciproca, il nostro percorso per diventare artiste visive e come entrambe abbiamo deciso di utilizzare i social per far conoscere e promuovere la nostra arte.
L’intervista è stata realizzata nel corso di una diretta Instagram il 27 febbraio 2020.

 

FORMAZIONE

“PER DIVENTARE UN ARTISTA LA FORMAZIONE E’ IMPORTANTISSIMA TUTTAVIA MOLTI GRANDI ARTISTI SONO AUTODIDATTI

Domanda: Credete sia importante la formazione per intraprendere una carriera artistica?

Valeria:
Per diventare un’artista credo sia importante proprio la formazione in aula, a scuola.

Il confronto con gli altri artisti, con i tuoi compagni di corso, è fondamentale.

Ognuno arriva con livelli di preparazione diversa, doti diverse.

C’è chi sa fare già tanto, chi è più legato… ma può imparare e solo con una guida si crescere.

Comunque anche chi ha particolari doti, penso, abbia bisogno di una guida perché non sa fare tutto.

Ci sono tante cose che s’imparano sul campo, confrontandosi, sbagliando. Io personalmente sono arrivata all’arte un pò più tardi.

Uno dei miei crucci è quello di non aver frequentato l’Accademia.Quando dovevo scegliere l’università, probabilmente non ero pronta e avevo altri obiettivi.

Aver studiato Scienze Politiche con specializzazione in Sociologia mi ha però aperto la mente, ho imparato tante cose che si sono rivelate molto utili.

 Liana:

Penso che la formazione non solo sia importante ma va scelta con attenzione e oggi con internet si può. Dobbiamo scegliere i professori giusti e il piano di studi più adatto a noi.

Consideriamo l’idea di frequentare un’accademia straniera, spesso sono più organizzate e hanno un budget per i progetti degli studenti.

Quando mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti, le informazioni erano poche, non c’era neanche un depliant.

A chi desidera oggi diventare un artista vorrei dire – NON DOVETE AVER PAURA DI STUDIARE – un artista è prima di tutto un intellettuale.

Io, per esempio, se tornassi indietro, farei però, il liceo classico, ho un diploma in Arti Applicate.

Penso che i cinque anni di scuola media superiore siano fondamentali quando si è giovani.

In questa fase della vita è importante, acquisire più strumenti possibili per capire il presente e questo a mio avviso è possibile attraverso lo studio della filosofia, della letteratura, della matematica, della fisica, delle scienze, e anche del latino o greco, della storia dell’arte.

Non dobbiamo aver paura di studiare… e se non saremo bravissimi, pazienza, non è necessario diplomarsi tutti con il sessanta.

La scelta universitaria, invece, deve essere più vicina possibile alle nostre inclinazioni naturali.

 

Qual è stata l’esperienza più importante durante il periodo della vostra formazione artistica?

Liana:

L’esperienza più importante che ho fatto durante gli anni della mia formazione sono gli incontri con i compagni di corso.

Sia durante gli anni dell’Accademia di Belle Arti di Roma che all’Università delle Arti Mediali di Colonia ho avuto la fortuna di incontrare compagni di viaggio molto stimolanti.

La cosa che ricordo con più nostalgia sono le conversazioni sui nostri rispettivi lavori. Potevamo discutevamo per ore.

In quegli anni c’è stato anche l’incontro con i miei maestri.

E’ importante avere un maestro. Chi non ce l’ha, lo cerchi!

 

Valeria:

Sicuramente la scuola d’arte che ho frequentato qui a Treviso.

Gianni Ambrogio, il mio maestro, ha smesso di insegnare a ottantasei anni soltanto perché è mancato, altrimenti avrebbe continuato.

Oltre ad essere un grande artista era un uomo molto generoso. Non aveva timore di trasferire il suo sapere, le sue tecniche, i suoi segreti.

Ad un certo punto, non seguivo più quello che facevano gli altri studenti, avevo bisogno di trovare un mezzo espressivo differente.

Cominciavo a portare dentro il mio lavoro, il mio romanticismo, la dolcezza, i miei fiori…

C’è stato un momento in cui io ho avuto timore che il mio maestro non fosse d’accordo e invece mi ha capita e mi ha dato il suo benestare.

Da lì ha cominciato a insegnarmi anche altro.

Mi ha insegnato a ritrovare la dolcezza del tratto, a non aver paura del colore, ad esprimere quello che provavo.

 

FORMAZIONE ON LINE O IN AULA

SI diventa un artista anche con corsi on-line? Li consiglieresti a chi vuole cominciare?

Valeria: 

Io non ho li ho mai fatti perché quando ho cominciato non esistevano ancora.

Io sono andare a scuola.

Contemporaneamente alla scuola mi piaceva informarmi, studiavo le blogger americane che dipingevano usando tante tecniche diverse. Erano sempre molto generose nella condivisione e io seguivo i loro tutorial. 

I colori che non riuscivo a trovare qui, li ordinavo su siti americani che arrivavano dopo un mese… cose adesso impensabili…

Diciamo che il corso on-line non sostituirà mai la lezione in aula, tuttavia ci sono tantissime cose che si possono imparare attraverso la rete.

Attenzione, però, a informarsi bene, prima di acquistare qualcosa online. C’è anche molta “fuffa” in giro.

Ci sono tante persone che s’improvvisano insegnanti senza saperlo fare, senza avere la capacità di trasmettere, non solo nozioni tecniche ma passione.

Liana: 

Sono completamente d’accordo con Valeria, vanno sicuramente bene i corsi on-line o i workshop, io stessa propongo un corso di disegno su skype, Power drawing.

I corsi online servono essenzialmente per due motivi:

A. Per distrazione, per fare qualcosa di nuovo, divertente e creativo.

B. Per capire fino a che punto ci interessa l’arte e la pratica artistica.

Nel momento in cui sentiamo dentro di noi il fuoco sacro dell’arte, non dobbiamo perdere altro tempo e cominciare un percorso di studi serio.

Non esiste l’età giusta per mettersi a studiare, Io stessa ho frequentato l’Accademia delle Arti Mediali vent’anni dopo la mia prima laurea. In quel periodo abitavo in Belgio, la scuola era a Colonia, in Germania. Mi spostavo con il treno e naturalmente dovevo anche lavorare per mantenermi.

Quando studiamo d’adulti, siamo più efficienti, non ci piace perdere tempo.

 

RICERCA ARTISTICA

Qual è il tema della vostra ricerca artistica?

Valeria:

Da qualche anno mi dedico alla pittura con colori acrilici, prediligendo il tema floreale. Parto da basi astratte.

Il mio fiore non è mai dipinto in modo preciso e realistico, i contorni non sono mai definiti e questo lascia molto spazio all’immaginazione.

Ci sono varie interpretazioni secondo i colori che utilizzo. Un quadro può essere più romantico, più intenso, più forte.

Liana:

Il mio mezzo espressivo è il disegno su carta, spesso monocromo.

Io disegno paradossi, enigmi e inquietudini. Disegno la vita quotidiana, la casa, l’intimità, il femminile.

Io credo che l’artista sia sismografo. Io raccolgo informazioni da tanti canali e li porto su carta.

Assorbo tutto quello che sento. In un certo senso i miei disegni sono autobiografici.

Nelle mie carte si trovano sempre due elementi in contraddizione tra di loro che s’incontrano sullo spazio neutro del foglio.

 

QUOTIDIANITA’

Come si svolge una vostra giornata di lavoro?

Valeria:

In genere sono molto mattiniera e cerco di anticipare quelle attività molto importanti ma che successivamente non riuscirei a fare: preparare dei post per Instagram, leggere le e-mail.

Gran parte del mio lavoro oggi è on-line.

Accompagno i bambini a scuola e due volte a settimana vado anche in palestra.

Il resto della mattina, in generale la dedico completamente alla pittura. 

Metto la mia musica e comincio a lavorare, cercando anche di spaziare.

Se ho un lavoro grande, ogni tanto devo prendere le distanze, non posso stare molte ore sullo stesso quadro.

Tra un quadro e l’altro: disegno, provo, sperimento. 

Dall’ora di pranzo in poi, faccio la mamma.

Il pomeriggio, seguo i miei figli nelle loro attività e non sempre riesco a ritagliarmi delle ore per lavorare. 

Se poi non ho finito le incombenze della giornata, lavoro dopo cena.

Se non ci sono attività familiari in programma, lavoro anche la domenica mattina o il sabato pomeriggio. La famiglia ha la priorità su tutto.

Liana:

Io ho una micro famiglia e quindi ho molto tempo da dedicare alla mia attività.

Alcuni anni fa ho preso una decisione molto drastica, ho abbandonato la mia professione d’insegnante. 

Insegnavo Arte a scuola.

Insegnavo ai ragazzi a trovare la loro creatività mentre perdevo la mia.

Ora la mattina mi dedico alle attività d’ufficio, come le chiamo io:

scrivo i post, lavoro al blog, registro video, faccio foto. 

Nel pomeriggio se non ho workshop, lo dedico alla mia attività artistica.

 

GUADAGNARE SU INSTAGRAM

Da quando avete cominciato a stare su Instagram per lavoro?

Valeria: @rosaeturchese è nato circa cinque anni fa come condivisione delle mie passioni.

Inizialmente mi occupavo anche di cucito creativo. Intanto seguivo dei corsi come il famoso Blog Lab di Casa Facile o

La Colibrì Academy di Rita Bellati e Francesca Baldassarri.

Ho cominciato a raccontare e condividere tutto quello che imparavo. e in quel periodo ho cominciato a pensare che la mia passione poteva diventare un lavoro.

Ho aperto un negozio su Etsy (chiuso ormai da quasi due anni) e ho iniziato a creare in funzione della vendita.

È stato un periodo molto intenso, fatto di tante cose, forse troppe. Ero convinta di poter essere multitasking.

Tutti questi passaggi sono stati utili per capire dove volevo veramente andare.

Finalmente due anni fa ho aperto la mia attività di pittrice on line su commissione.

Liana:

Ho cominciato fare sul serio su Instagram ad agosto dello scorso anno.

Ho abbandonato la mia veste di artista visiva nel senso tradizionale del termine per indossare quella di content creator di me stessa e condividere ogni giorno la mia arte, il mio account è @lianazanfrisco.

Ho deciso che non potevo più aspettare il principe azzurro che in arte equivale a conoscere un gallerista o un curatore che si prenda cura di noi.

Ho imparato a mostrarmi in modo sempre più diretto e trasparente fregandomene del giudizio degli addetti ai lavori che nel nostro mondo sono spesso limitanti.

Su Instagram condivido nei miei post episodi della mia formazione e metodi della mia ricerca artistica. Sto creando intorno a me una comunità di persone sempre più forte e attiva che cerco di sostenere con consigli e suggerimenti sul mondo dell’arte.

Negli ultimi anni stiamo assistendo su Instagram ad un importante fenomeno, sempre più artisti, usano questo social per promuovere la loro ricerca artistica. Oggi si diventa artisti comunicando in prima persona con il proprio pubblico

 

BLOCCHI CREATIVI

“ATTRAVERSO BUONE PRATICHE L’ARTISTA DIVENTA CAPACE DI SUPERARE OGNI TIPO DI BLOCCO”

Che cosa fate quando avete un blocco creativo?

Liana:

In merito ai blocchi posso dire tre cose:

Se il blocco è “tosto” ma recente, la soluzione è mettersi scarpe comode e uscire all’aria aperta.

Per blocchi stagionati, consiglio di imparare qualcosa di nuovo che sia attinente al proprio lavoro: frequentare un corso di fotografia o di ceramica, oppure sperimentare una nuova tecnica.

Entrare a far parte del Movimento del Taccuino può essere molto utile per il superamento dei blocchi. In generale mettersi nella condizione di chi impara, aiuta molto.

Nel 2016, all’apice di un blocco creativo, ho pensato di realizzare un disegno al giorno per un anno.

Realizzavo ogni giorno un disegno, lo fotografavo e lo pubblicavo su Instagram… 

Una sorta d’impegno per la parola data.

Essere costantemente a contatto con il mio lavoro, mi ha permesso di ricominciare a germogliare.

Non solo ho ricominciato a lavorare ma per la prima volta mi sono accorta di avere un tratto distintivo.

Valeria:

Sono assolutamente d’accordo con Liana, quando non si riesce ad andare avanti, quando non si trova più piacere in ciò che si fa, bisogna lasciare tutto e uscire.

Il nostro lavoro è fatto passione, si vede subito se manca l’amore, se non c’è più il gusto.

Quando ci sono momenti di blocco tecnico, devo fare qualcos’altro.

L’anno scorso per esempio ho frequentato un corso di scrittura creativa. Io ho un blog, per me è fondamentale raccontare il mio lavoro.

Ad un certo punto non riuscivo più a scrivere. Non riuscivo più a raccontarmi tramite la scrittura.

Questo corso mi è servito, mi ha illuminato e contemporaneamente ha sbloccato tanti altri canali.

 

IDEE

 

Come trovate spunti per lavorare?

Valeria:

Per quanto mi riguarda l’ispirazione, la trovo fuori, all’aria aperta.

Mi basta una passeggiata o una gita fuori porta.

Due anni fa, ho seguito un corso con l’artista inglese Philippa Stanton. Grazie a lei ho cominciato a guardare le cose in modo diverso, ho cominciato a guardare quello che avevo intorno con molta più attenzione. L’ispirazione nelle cose semplici, sembra scontato ma spesso lo dimentichiamo.

Poi c’è internet, che ci da la possibilità di spaziare, di conoscere tutto quello che succede intorno a noi, nn per copiare ma per interpretare.

Leggo anche molto, libri di ogni tipo, cataloghi, albi illustrati.

Liana: 

Per quanto mi riguarda, trovo ispirazione nel TACCUINO.

Quando si disegna in un taccuino, non ci sono vincoli.

Nel taccuino si disegna per se stessi.

Spesso lo sfoglio alla ricerca di segni involontari, quelli che non sapevo di aver tracciato.

li tiro fuori e comincio a lavorare.

 

Grazie per aver letto fin qua,

Liana e Valeria

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