Percorso artistico – terza puntata

Ho deciso di anticipare di un giorno questo appuntamento settimanale che avrei anche potuto intitolare “Credevo di essere multitasking” e ora vi spiegherò perché.

Nel post di giovedì scorso vi avevo raccontato quanto sia stato importante per me entrare nella scuola d’arte di Gianni Ambrogio, sia dal punto di vista artistico che da quello umano.

Per me frequentare la scuola era un momento speciale tutto mio che ho cercato di mantenere anche nei periodi più impegnativi di quegli anni.

Per farvi capire quanto fosse grande il legame con il mio maestro qui vi allego la foto del quadro che lui mi regalò per la nascita della mia bambina. E’ stato un pensiero davvero speciale, lo tengo come una reliquia e lo serbo con tutto l’affetto possibile.

La scuola era frequentata da un gruppo di signore che facevano parte di associazioni artistiche e culturali, partecipavano ad eventi, organizzavano mostre e dipingevano tanto anche a casa. Per me era impensabile, il mio piccolo Alfredo era tanto turbolento e non avrei certo potuto lasciare tubetti di colore in giro perché avrebbe fatto disastri e Stella ormai cominciava a mettere le mani dappertutto. Quel desiderio fortissimo di fare e di creare anche quando non ero a lezione cercai di dirottarla verso altre tecniche.

Leggevo tante riviste e cominciai ad appassionarmi al cucito creativo. Così, un pò per gioco, un pò per caso iniziai a cucire a mano piccoli oggetti. I miei primi sono stati i cuori imbottiti, si, quelli da appendere. E’ stato un grande amore perché da lì mio marito mi regalò la mia prima macchina da cucire in modo che potessi realizzarli più velocemente.

Complice in tutto questo mio percorso fu la rivista Casa Facile che, oltre ad essere un magazine sull’arredamento, è stata in Italia una pioniera in tutto quel che riguarda la creatività manuale. E’ stata la prima a proporre tutorial, a parlare di DIY, a spronare le persone a realizzare da sé gli accessori o a recuperare quel che già si possedeva. C’è stato l’avvento dei primi blog sulla scia di quelli americani, ricordo con quanta passione aspettavo i post e guardavo ammirata quelle immagini.

Ricordo in particolare un momento, era estate e mi trovavo in Sardegna, finalmente Alfredo e Stella facevano il loro riposino e io mi potevo dedicare alla lettura della mia rivista. Ricordo un’emozione fortissima, quasi un’illuminazione, mi resi conto che non avrei continuato solo ad essere “la mamma di…” ma mi sarei anche occupata di creatività e decisi di aprire un blog.

Per farlo tecnicamente avrei dovuto aspettare Abilmente, la fiera della creatività ad ottobre  dove ci fu il primo Blog Lab, era il 2013.

Decisi che si sarebbe chiamato Rosa e Turchese, dove la me bambina si ispirava al turchese del mare della Sardegna che mi mancava tanto. Ma Rosa e Turchese erano, sono, anche i miei due bambini, che ritenevo essere in assoluto le mie creazioni più belle.

Dedicai a loro numerosi post con i nostri momenti creativi, li coinvolgevo nelle mie sperimentazioni e contemporaneamente li tenevo impegnati in modo creativo.

Da lì mi si aprì un mondo, tornai a studiare finalmente, lo avevo fatto per così tanti anni tra la laurea e il lavoro in Sardegna che mi mancava davvero tantissimo!

Cominciai a seguire i blog di svariate artiste americane e mi appassionai di mixed media. Insomma, i miei interessi cominciarono ad essere multitasking, contemporaneamente alla scuola d’arte nutrivo il mio desiderio di creatività cercando di imparare tutte le tecniche possibili.

Imparai a cucire astucci con tessuti coloratissimi e mi appassionai di collage, acquistai stencil, timbri di ogni genere, Washi Tape, se li vendessi farei affaroni e sperimentavo in continuazione.

Intanto a scuola d’arte passammo dal dipingere paesaggi e marine, sempre con le tecniche di Gianni Ambrogio, a dipingere astratti o comunque soggetti che venivano poi “spezzati” con linee e spatolate nette. Non amai da subito quella tecnica, preferivo i tratti più morbidi ma ora mi rendo conto che è stato un passaggio importante. Da lì ho cominciato, sempre guidata dal mio Maestro, a dipingere e a “spezzare” anche i fiori.

Ricordo quante parole mi diceva perché modificavo sempre i colori.Quando lui suggeriva ocra e arancioni io spalmavo fucsia a tutto spiano. Ho certi quadri dai colori improbabili ma che dicono tanto di me, la creatività stava esplodendo, Valeria Rosa e Turchese stava cominciando ad esprimersi.

Feci una prima esposizione in una boutique di abbigliamento e poi un’altra. L’idea era quella di unire moda e arte. Insieme alla titolare facemmo stampare delle maglie con l’immagine di un quadro per me molto speciale che è tutt’ora appeso qui in casa. Le foto non professionali non rendono bene l’idea ma per me è stato davvero importante.

Questa idea di unire arte e moda non mi ha mai abbandonato e con l’avvento di Thecolorsoup il mio progetto sembrava davvero avverarsi, qui uno dei primi tessuti stampati da un mio quadro.

Ma la vera svolta sarà un piccolo grande cambiamento nella mia pittura. Con il benestare del mio Maestro cominciai ad introdurre durante le lezioni delle carte floreali e a dipingere utilizzando i colori acrilici e la tecnica del collage. Ricordo l’emozione di quel momento, Gianni Ambrogio non era per niente romantico o “mieloso” e avevo il timore che non avrebbe approvato. Non avrei mai potuto mostrargli tutti gli esperimenti e prove che facevo a casa ma questo poteva essere un compromesso e in effetti accadde proprio così. Avrei potuto così unire il mio desiderio di colore e forme sinuose ad un tipo di pittura più astratta.

Qui un dettaglio del momento della correzione del quadro a cui sono più affezionata e di cui vi parlerò più ampiamente nella prossima puntata.

 

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