Strumenti di creatività per l’arte: il taccuino seconda parte – consigli e materiali

Il taccuino come percorso di crescita artistica

Il taccuino o sketchbook è uno strumento di sperimentazione molto utile e senza ombra di dubbio necessario per la nostra crescita artistica.
Può anche rappresentare un momento liberatorio in cui sfogare la nostra vena creativa, non deve essere oggettivamente bello ma utile per esercitarci e per trovare il nostro tratto specifico, il nostro tema preferito.

Riprendo il post in cui ve ne ho parlato ampiamente per rimarcare i motivi per cui il taccuino è uno strumento fondamentale di ricerca e un grande alleato nel nostro lavoro artistico.

Motivi per cui è tanto importante tenere un taccuino

Tenere un taccuino è un pò come scrivere un diario, ci si lascia andare, ci si esprime liberamente e può essere di grande aiuto per svariati motivi.
Inserendo la data su ogni disegno possiamo analizzare:

  • la nostra evoluzione artistica;
  • com’è cambiato il nostro tratto;
  • come mutano le palette colori e se sono influenzate dalle stagioni.
  • quanto sono intense le sfumature a seconda dei periodi.
  • quali materiali sono stati inseriti e se hanno arricchito o peggiorato il nostro disegno.
  • quali tecniche abbiamo scoperto e utilizzato e se le abbiamo poi riportate in qualche lavoro più importante.
  • quante cose abbiamo imparato.

 

Taccuino con un tema specifico o a tema libero

Personalmente ho deciso di tenere vari taccuini per volta, alcuni con un tema specifico, altri in cui mi lascio andare, in cui dipingo senza pensare al risultato, più in libertà insomma.
I primi sono indispensabili per esercitarsi, per studiare le forme, nel mio caso dei fiori e fare gli studi di colore. Prima e durante la realizzazione dei miei quadri il taccuino mi è utile per staccarmi dal dipinto originale continuando però a lavorarci e fare delle prove senza paura di rovinarlo.
A volte serve anche solo per liberare la mente e sperimentare qualcosa di diverso e lontano da ciò che faccio abitualmente.
Altre ancora solo per “pasticciare”, per fare dei doodle con la penna Bic e per fare tutte quelle cose che non mostreremmo mai a nessuno.

 

Chissà se anche voi avete come me il “taccuino ufficiale” come quello che ogni tanto mostro nelle foto, e il taccuino “brutto”.
Entrambi utilissimi, il primo ovviamente come esercitazione e da mostrare, siate sempre orgogliose del vostro lavoro!
Il secondo, o più di uno se vorrete, in cui sentirci assolutamente libere di esprimere tutte le emozioni, anche quelle negative. Quando lo sfoglierete dopo un pò di tempo sarete sorprese di vedere quanta creatività ci avete riversato. Si tratta di tutta quella meraviglia che siamo in grado di realizzare quando non abbiamo obblighi e ci liberiamo delle aspettative.
Sarà un bellissimo viaggio attraverso voi stesse, mi raccomando, fatemi sapere quante emozioni sprigionerà.

Qui vorrei entrare nello specifico sui materiali
e darvi qualche consiglio tecnico, siete pronte?

Quale taccuino scegliere

I taccuini che prediligo sono i Moleskine Art. Che si tratti di un formato A/4, A/5 o A/6 la rilegatura e l’alta grammatura delle pagine permette di realizzare vari strati di colore e di effettuare correzioni al disegno.
Molto interessanti sono anche quelli con la rilegatura a spirale (come quello Fabriano nella foto) che permette di dipingere una pagina alla volta.
Se siete alle prime armi vi consiglio di acquistare un taccuino basico come quelli di Tiger.

Negli anni ne ho accumulati parecchi e sono tutti preziosi.

Quale tipologia di colori e pennelli utilizzare

Prediligo in genere i colori acrilici, fluidi e facili da stendere però gioco facile perché sono gli stessi che utilizzo per dipingere i miei quadri. Nessuno vi vieta di usare gli acquerelli di vostra figlia o l’inchiostro di china, deve essere una scelta assolutamente personale.

Le marche degli acrilici che utilizzo sono varie, Pebeo, Lukas, Maimeri, Amsterdam e  Liquitex, tralasciando i formati più professionali e costosi. Per un’esercitazione come quella del taccuino non vale la pena spendere eccessivamente, nei centri commerciali se ne trovano di tutti i tipi e vi consiglio vivamente di approfittare.

E… consiglio dei consigli:
NON LESINATE MAI SUL BIANCO!
Ne userete a bizzeffe quindi cercate il barattolo da Kg anche nei colorifici.

Per quanto riguarda i pennelli il mio consiglio è di provare inizialmente con quelli a basso costo fino a che non troverete quelli che fanno al caso vostro. Lo stesso discorso vale per le spatole, io le utilizzo nel mio lavoro abituale ma non sono indispensabili.

Le finiture

Per ultimo ma non meno importante vorrei parlarvi delle finiture, se così si può dire. Uno strumento che uso tantissimo nella mia pittura sono i pastelli. I miei preferiti in assoluto sono i Caran d’ache acquarellabili, un acquisto fatto più di 15 anni fa che rimpinguo nel tempo ma che, se tenuti bene, hanno una lunghissima durata. Certo si tratta di una spesa importante ma il vostro lavoro alla fine avrà un qualcosa in più. Esistono confezioni di varia misura, potreste iniziare con quella più piccola, diciamo “da viaggio” e man mano acquistarli anche sigolarmente. Essendo acquarellabili potrete sia sfumare certi tratti sia modificare la sfumatura stessa perché va via con l’acqua e soprattutto creare degli effetti spesso non visibili da lontano ma che possono modificare l’immagine nell’insieme.

Nel tempo mi sono appassionata anche ai pastelli ad olio come i morbidissimi e preziosi Sennelier. A differenza di quelli acquarellabili il loro tratto non può essere cancellato e difficilmente modificato anche se le sfumature create con questi pastelli sanno creare atmosfere magiche.

Per iniziare vi consiglio gli Staedtler che trovate anche al supermercato, li utilizzo anche io regolarmente nel “taccuino brutto” e negli studi di colore.

Un piccolo cenno  ai pastelli secchi morbidi è d’obbligo, utilizzo i Rembrandt e i Soft Pastels che hanno la caratteristica di poter essere sfumati tra loro con le dita o con uno sfumino.

Come ultima cosa vi svelo un piccolo trucco per preservare le pagine del vostro taccuino. In commercio trovate sicuramente dei fissativi specifici ma potrete utilizzare semplicemente della lacca spray, come mi ha insegnato la mia maestra d’arte e mentore Liana Zanfrisco.

In ogni caso scrivetemi per qualsiasi curiosità o consiglio, sono sicura che una volta partite non vi fermerete più!

2 commenti su “Strumenti di creatività per l’arte: il taccuino seconda parte – consigli e materiali”

  1. Grazie, consigli molto utili! Io uso un taccuino per volta ma trovo intrigante l’idea di averne più di uno…. Penso che lo farò! Non metto mai la data perché poi magari ci ritorno e aggiungo o tolgo qualcosa quindi non so mai quando è “finito” (lo sarà mai?). Ma hai ragione, mettere la data è utile quando lo “rileggi” per vedere i cambiamenti… Farò un pastrocchio di date in un angolo! E comunque lo vorrei proprio vedere il tuo taccuino brutto!!!! Sarà stupendo!!!!

    1. Sono davvero contenta Elvira! Vedrai quanto sarà divertente avere più sfoghi e non più uno solo. Potrai sbizzarrirti e avrai meno paura di sbagliare. Domani parlerò del taccuino brutto…ci sarò da divertirsi!
      Grazie per esserci, un abbraccio!

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